Farina di insetti

June 22, 2021

Edible insects flour

Nel lungo percorso dell’homo sapiens, l’agricoltura è un fenomeno tutto sommato recente. Tra le prime colture addomesticate dall’uomo ci sono sicuramente i cereali, spesso questi venivano ridotti in polvere con pietre e mortai, ma già millenni donne e uomini si erano messi in testa che ridurre le cose in polvere fosse conveniente.

Miglior digeribilità, più semplice stoccaggio e una più lunga conservazione, i vantaggi erano davvero molti. Bastava poi aggiungere un pochetto d’acqua e tutto ricambiava forma di nuovo, il gioco era presto fatto.
Nei secoli sono stati centinaia i prodotti che l’uomo ha provato a ridurre in polvere. Non solo semi, anche ossa, minerali e altri derivati di origine vegetale.
Oggi siam qui a parlare di insetti che diventano farina. Vedrete, il risultato sarà un prodotto duttile e in grado di superare le resistenze del più scettico degli assaggiatori; ma andiamo con ordine.
Intanto abbiamo detto farina di insetti, ma quali?
Gli insetti più spesso impiegati nella produzione di farina sono: grilli, cavallette e tenebrionidi (larve di tenebrio molitor e di alphitobius diaperinus).
Dal punto di vista della produzione le farine di insetti sono composte da animali disidratati e poi ridotti in polvere per mezzo di processi meccanici. Durante il processo lo scarto è quasi zero, tutto il corpo dell’animale diventa farina, non si butta via nulla. Siam sempre a ripetere che gli insetti sono una fonte di proteine ecosostenibile, e quindi lo ripetiamo anche qua. Mettetevelo per bene in testa: pochissime emissioni, pochissima superficie di suolo coinvolto per l’allevamento e pochissima acqua necessaria per la crescita degli animali. Ecco l’abbiamo detto di nuovo, sono imbattibili da questo punto di vista.
Scendendo invece sul fronte nutrizionale quello che si nota subito è l’elevatissimo contenuto di proteine; ma non solo, c’è tanto altro. Fibre (fondamentali per una corretta digestione) e un bilancio lipidico fantastico: molti grassi insaturi (quelli che fanno bene, oleico e linoleico) e pochi grassi saturi (quelli che invece fanno infartare). Vitamine e minerali come potassio, ferro e fosforo chiudono il cerchio.
Inoltre la farina di insetti non contiene glutine ed è quindi adatta anche per le persone che non possono, o non vogliono, mangiarne.
“Si, va bene tutto, ma vuoi dirci come si mangiano queste benedette farine?”
Hai ragione mio puntiglioso amico immaginario, ecco qua un po’ di consigli pratici.

Partiamo da un postulato molto semplice: puoi aggiungere farina di insetti in tutte le preparazioni dove useresti già della farina di cereali. Di base è una questione di creatività. Nell’impasto della pizza, per fare delle crêpes, nelle tagliatelle che nonna ti ha insegnato a tirare col mattarello.
Un consiglio utile è quello di mantenersi tra il 10 e il 20% di farina di insetti rispetto al totale: vuoi fare un impasto da un chilo? Prova con 800 grammi di farina di frumento e 200 di farina di cavallette. Il limite del 20% non è da considerare come insormontabile. Diciamo però che più si andrà oltre questa soglia e più il risultato potrebbe, visti gli alti valori nutrizionali del prodotto, apparire come un pochetto pesante; io vi ho avvisato, poi vedete voi, alla fine son gusti…
Un altro suggerimento interessante è rivolto a tutte le persone sportive, agoniste o dilettanti, che seguono una dieta iperproteica. Dico a voi, vi ho visto mangiare cose terribili senza battere ciglio pur di poter raggiungere le grammature di proteine che vi eravate prefissati. Consumare ogni anno centinaia di petti di pollo di dubbia provenienza e preparare bibitoni di polverine tutt’altro che rassicuranti. Non sarebbe meglio fare colazione con dei pancake che contengono un pochetto di farina insettosa inzuppati di sciroppo d’acero? No?
Ma il gusto? Di che sanno queste farine? La risposta è una: dipende. Dipende dalla specie di insetto e dipende dall’alimentazione degli animali. Quello che possiamo dire è di non immaginare sapori strani e inadatti alla stragrande maggioranza dei palati. Delicatezza con note di frutta secca, un po’ mandorla, un po’ pinoli.
Le barriere che ci separano dal consumare questi prodotti sono tutte mentali, il cibo del futuro è a portata di click. Se vi va provate, vi garantiamo che non ne rimarrete delusi, e chissà che non piacciano anche alla nonna le tagliatelle di grilli… ok, magari diteglielo dopo che le ha mangiate…




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